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Storie di reti, sudore e mare
Ho creato un racconto fotografico intitolato "PERSEO - Storie di reti, sudore e mare", che è un tributo al peschereccio "PERSEO", alla sua ciurma e, in particolare, alla signora Clementina. È stata proprio lei a permettermi di entrare in questo mondo affascinante e a conoscere sia il capitano che i due fratelli pescatori che lavorano con lei da decenni. Nonostante la dura giornata di lavoro e la loro stanchezza, si sono dimostrati incredibilmente accoglienti e sorridenti, dandomi tutta la loro disponibilità e raccontandomi la loro "normale" giornata di pesca, anche se, devo ammetterlo, a bordo ero più d'intralcio che altro.
Il mio racconto documenta il rituale quotidiano che si svolge nel porto di Acciaroli, un vero e proprio rito antico fatto di gesti precisi e fatica.
La giornata che ho documentato inizia intorno alle cinque del pomeriggio. Il peschereccio "PERSEO" torna al molo dopo ore di lavoro in mare, e il suo arrivo non è un semplice attracco, ma l'inizio di questo rituale. Ho visto il capitano, con movimenti forgiati da decenni di esperienza, guidare l'imbarcazione in un'unica, perfetta manovra. I due fratelli marinai afferrano la boa con precisione, mentre il motore, stanco, spinge la poppa contro la banchina. Ad attenderli c'è la signora Clementina, con le cime già srotolate tra le mani, il suo sguardo esperto dirige l'operazione con un cenno. A quel punto, il "PERSEO" è a casa.
Appena terminato l'attracco, inizia immediatamente la "danza del riposo". È un balletto che dura circa venti minuti, senza un attimo di tregua, in cui nessuno parla e nessuno sbaglia; l'esperienza e la fatica rendono ogni gesto sacro. I compiti sono suddivisi tra tre gruppi:
Il capitano spegne i motori e si immerge nel ventre dell'imbarcazione, dedicandosi alla manutenzione con olio, chiavi inglesi e panni sporchi di gasolio.
I due fratelli marinai sul ponte dispiegano le reti come lenzuola umide. Le sciacquano con getti d'acqua, liberandole da alghe e pesci sfuggiti, e poi le ripiegano con cura. Questa pulizia delle reti non è solo routine, ma un vero e proprio "atto di fiducia nel domani", garantendo che tutto sia pronto per la prossima pesca. La signora Clementina sistema la passerella e prepara il caffè con la moka, offrendolo ai marinai. Con le reti finalmente appese ad asciugare come gigantesche ragnatele bagnate, inizia il "rituale dello scarico" del pesce. A terra, la signora Clementina dirige le operazioni con autorità: le scatole di polistirolo sono allineate, ognuna con la sua scheda di tracciatura, che è sia burocrazia che un "certificato d'onore" della filiera. A bordo, i marinai trasferiscono il pesce dalla ghiaccia di bordo alle cassette. Il segreto per preservare la freschezza è il ghiaccio speciale, prodotto con acqua di mare prelevata al largo e congelata a venti gradi sotto zero. L'ultima fase è il passaggio dal mare al mercato. Le cassette, ormai pesanti di pesce e ghiaccio, passano di mano in mano lungo una "catena umana" perfettamente orchestrata. Clementina controlla ogni scatola con uno sguardo esperto. Le cassette vengono allineate sulla banchina con una logica precisa: quelle con il pesce più pregiato vengono posizionate più vicine al furgone, pronte per essere caricate per prime. Il pesce inizia così il suo viaggio verso i banchi del mercato, ancora intriso del freddo del mare. Con un ultimo gesto rapido, le cassette salgono a bordo, e la giornata di pesca è davvero finita. Ho percepito chiaramente la durezza e la poesia di questo lavoro. È un mondo di sudore e complicità, dove il legame tra l'uomo e il mare si rinnova ogni giorno.



























